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A geofisico italiano l'EGU Award per i Terremoti

A geofisico italiano l'EGU Award per i Terremoti

Dal Zillo insegna alla NTU di Singapore

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ll geofisico italiano Luca Dal Zilio, originario di Treviso e attualmente Assistente Professore presso la Nanyang Technological University (NTU) di Singapore, è stato selezionato dalla European Geosciences Union (EGU) per l'assegnazione del prestigioso premio Outstanding Early Career Scientist Award 2026. La European Geosciences Union (EGU) è la più grande organizzazione europea per le Scienze della Terra, Planetarie e Spaziali. L'obiettivo principale del suo lavoro è quello di far avanzare la comprensione fondamentale dei terremoti per informare la valutazione del rischio sismico globale. Il lavoro del Professor Dal Zilio combina modelli numerici basati sulla fisica, high-performance computing e analisi dei dati per investigare l'innesco dei terremoti e la propagazione delle rotture lungo le faglie. L'annuncio coincide con la pubblicazione del suo ultimo studio sulla rivista scientifica Science, incentrato sul terremoto del Myanmar del 2025. Il Terremoto di Sagaing del 2025 in Myanmar è stato un evento catastrofico di magnitudo 7.7, che ha causato ingenti danni in tutto il Paese e nelle regioni circostanti. Il bilancio delle vittime è stato tragico, superando ufficialmente i 3.000 morti e i 4.500 feriti, con la devastazione aggravata dalla complessa situazione logistica e politica interna. Il nuovo studio pubblicato su Science ricostruisce in tre dimensioni la rottura del terremoto del Myanmar del 2025 lungo la Faglia di Sagaing, utilizzando osservazioni satellitari, misurazioni geodetiche e simulazioni numeriche. L'analisi indica che parti della rottura si sono propagate a velocità supershear, ovvero più velocemente della velocità delle onde di taglio della crosta circostante. Le rotture supershear possono concentrare lo scuotimento in direzioni specifiche, con importanti implicazioni per la previsione del movimento del suolo. "Durante la maggior parte dei terremoti, la rottura viaggia a circa tre o quattro chilometri al secondo," spiega Dal Zilio, che dirige il Computational Geophysics Lab presso l'Earth Observatory of Singapore (EOS) e l'Asian School of the Environment (ASE) della NTU. "In rari casi può superare la velocità delle onde di taglio - ciò che chiamiamo supershear. I nostri risultati suggeriscono che per anticipare dove ciò potrebbe accadere, dobbiamo mappare e modellare l'intera zona di faglia: il suo spessore, le velocità delle onde e la geometria possono contribuire a innescare e sostenere tale comportamento estremo." Il paper evidenzia, in particolare, il ruolo di una zona di danno spessa circa due chilometri, che ha agito come percorso preferenziale per la rottura ultra-veloce, offrendo una nuova prospettiva su come valutare il rischio sismico su faglie simili in tutto il mondo. Dal Zilio ha studiato Geofisica all'Università di Padova e ha conseguito il dottorato all'ETH di Zurigo. Prima di trasferirsi a Singapore nel 2024, ha svolto ricerche post-dottorato presso il California Institute of Technology (Caltech) e l'ETH. Le sue precedenti onorificenze includono il Prix Schläfli (2022) dell'Accademia Svizzera delle Scienze e il Jason Morgan Early Career Award (2023) dell'American Geophysical Union (AGU)."

V.Figueroa--BT